Il Contratto di Rete tra Avvocati

La legge sulla concorrenza, Legge n 124/2017 ha riformato la disciplina della societa tra professionisti, modificando anche la parte relativa alla società tra avvocati.

Questa, già prevista e disciplinata dal dlgs 96/2001, ha finora avuto scarsa applicazione, in ragione del profilo fiscale poco conveniente e per la rigidità del modello (si richiedeva una società in nome collettivo, composta da soli avvocati.)

Società di capitali tra avvocati

La nuova disciplina prevede la possibilità di costituire società di capitali (oltre che cooperative e società di persone) per l'esercizio della professione forense. È ammessa la presenza di soci non professionisti, purché gli avvocati rappresentino almeno i 2/3 del capitale. L'amministrazione compete ai soci, mentre agli avvocati spetta la maggioranza dei voti.

La legge n° 247/2012 aveva previsto la possibilità di associazioni tra avvocati ed altri professionisti (così come individuati dal regolamento n. 23 del Ministero della Giustizia del 4 Febbraio 2016); la legge sulla concorrenza ora consente agli avvocati di far parte di più associazioni professionali, invece che una soltanto come nella precedente disciplina.

La legge sulla concorrenza e la legge n° 81/2017 (articolo 12), consentono ora agli avvocati e agli altri professionisti di costituire reti di professionisti, partecipare a reti di impresa, dar vita a consorzi e ad associazioni temporanee professionali.

L'avvocato e il mondo dei professionisti si aprono dunque ad importanti novità che pongono nuove sfide ed opportunità.

Nuove opportunità o rischi?

L'apertura delle società di avvocati a soci di capitali è stata sempre osteggiata dal mondo forense, temendo lo svilimento della funzione (costituzionale) di difesa dei diritti anche dei più deboli e l'equiparazione della attività legale ad ogni altra attività commerciale /imprenditoriale, mossa principalmente dalla ricerca del profitto.

A ben vedere, la partecipazione di soci di capitali alla società di avvocati permette agli studi legali di beneficiare di risorse economiche nuove e di nuove competenze per lo sviluppo della propria attività, sempre più improntata a criteri di gestione imprenditoriale.

La funzionalità e dunque redditività anche di un piccolo studio legale presuppongono sempre di più una organizzazione efficiente che richiede, seppur in scala ridotta, tutti gli elementi dell'attività di impresa: dalla gestione delle risorse umane per l'organizzazione del lavoro tra colleghi, alla comunicazione e marketing per l'affermazione di un brand e la conquista di nuovi clienti, oltre che alla gestione dei processi ad esempio per un corretto utilizzo delle tecnologie informatiche.

Bisogna notare che del resto l'avvocato, cosi come il professionista in genere, è stato equiparato alle piccole e medie imprese (si veda l'articolo 12 della legge n° 81/2017) e ciò ha permesso ai professionisti di accedere ai bandi di finanziamento europei.

Il contratto di rete tra professionisti

Oltre alle società tra avvocati, un'altra opportunità è offerta dai contratti di rete. La possibilità di avere contratti di rete a cui partecipino anche i professionisti consente a questi ultimi di partecipare ai bandi pubblici, prima riservati soltanto alle imprese.

Negli ultimi anni sono stati frequenti i bandi riservati alle reti di impresa, alle quali i professionisti non potevano partecipare, dal momento che la legge prevedeva che il contratto di rete potesse essere stipulato solo tra imprese. Essendo venuto meno tale limite, si offrono ai professionisti nuovi spazi di crescita.

La fine del piccolo studio legale? Non proprio...

Può darsi che le modifiche fin qui menzionate e le maggiori opportunità per le società tra avvocati segnino il tramonto del piccolo studio professionale, caratterizzato da una maggiore attenzione al cliente e un servizio quasi "artigianale" di alta qualità? Forse no.

La flessibilità del contratto di rete pone la sfida di creare reti professionali interdisciplinari, anche all'interno della stessa professione (ad esempio, avvocati con diverse specializzazioni), nel perseguimento di un progetto di medio/lungo periodo.

Al professionista non resta dunque che cambiare mentalità ed aprirsi alla collaborazione sinergica in rete con altri professionisti, tale da garantire un servizio, anche specialistico, di alto livello e creare maggior valore per il cliente.


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Stefano Toro

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