Lo studio legale: un modello da rivedere?

Il secondo articolo del blog riassume considerazioni che hanno portato alla nascita di Avvocloud. Ci interroghiamo sulla efficacia e la sostenibilità dello studio legale inteso come modello e principale punto di contatto tra cliente ed avvocato.

Un modello che non sembra invecchiare bene in un momento storico in cui le interazioni e le prestazioni professionali viaggiano in misura sempre maggiore su Internet.

Internet ha cambiato il modo in cui il professionista lavora: il legame tra la professione e una determinata località, tradizionalmente quella in cui il professionista risiede, appare oggi meno intenso, meno vincolante. Le informazioni vengono raccolte, processate e trasmesse alla velocità della luce, come mai in passato.

Gli avvocati sanno bene tutto ciò e il loro modo di lavorare si è evoluto di conseguenza.

È auspicabile che la tecnologia porti ad una evoluzione anche del modello tradizionale di studio legale: un modello per certi aspetti antieconomico, inefficace ed obsoleto, con evidenti criticità sotto i seguenti profili.

Sostenibilità

Le attuali circostanze economiche impongono all'avvocato una razionalizzazione dei costi e un taglio delle spese non essenziali per il servizio da fornire al cliente. La propensione, o possibilità, del cliente a spendere si è poi ridotta nel corso degli anni, e così lo stesso giro d'affari degli avvocati ne ha in molti casi sofferto.

Lo studio legale non si sottrae ad una valutazione "costi-benefici": in ragione delle risorse che impegna ha un peso determinante sulla sostenibilità e dunque redditività del business dell'avvocato.

Efficacia

L’atomizzazione del mercato in una miriade di studi legali, e l’articolazione delle competenze degli avvocati in categorie giuridiche poco comprensibili al cliente digiuno di Diritto, rendono il mercato legale di difficile approccio, nonostante l'elevata concentrazione di avvocati in Italia.

Con lo studio legale tradizionale, inteso come unica interfaccia tra avvocato e cliente, a dispetto delle risorse in esso profuse, l’avvocato rimane difficilmente raggiungibile: confuso tra le moltitudini di altri studi e specializzazioni varie tra cui il cliente deve orientarsi da solo.

Obsolescenza

L’interazione tra cliente ed avvocato, incentrata sullo studio legale, risulta lenta e poco pratica in un’epoca in cui Internet consente lo scambio di servizi professionali da remoto.

È la stessa domanda di servizi legali ad essersi evoluta e mal si concilia ormai con modalità di offerta ancora prevelentemente analogiche.

Pertanto:

Cosa può fare la tecnologia per avvicinare cliente ed avvocato, sbloccando quella domanda attualmente dispersa tra la estrema parcellizzazione dell’offerta e la storica impermeabilità alla innovazione della classe forense?

Oltre lo studio legale: la rete

Una possibile evoluzione consisterebbe nel rendere lo studio legale più connesso ed interattivo, che si espanda grazie ad Internet oltre le 4 mura entro cui appare oggi confinato; parte di una rete di studi legali ed avvocati che condivida una missione:

  • rendere l’offerta di servizi legali più accessibile al cliente;
  • creare le condizioni, a partire da quelle di ordine tecnico, affinché l’interazione tra cliente ed avvocato possa realizzarsi in maniera moderna ed efficace.

L'adesione ad una rete di studi legali consentirebbe al singolo studio o avvocato di accedere a strategie e strumenti meno onerosi e più efficaci ove condivisi: strategie di marketing e comunicazione ad esempio, e relativi strumenti, risulterebbero più accessibili ove il relativo impegno venisse ripartito tra i partecipanti alla rete.

Strumenti

L’infrastruttura di una rete così concepita dovrebbe essere quanto più agile possibile, con un determinante apporto da parte della tecnologia: una ben strutturata piattaforma online fungerebbe da interfaccia, facilitando il primo contatto e l’interazione tra cliente ed avvocato, con beneficio per entrambi:

  • il cliente guadagnerebbe un rapido accesso alle competenze legali di cui ha bisogno;
  • l'avvocato sarebbe più facilmente rintracciabile dai nuovi clienti, potendo altresì gestire online quelle relazioni con i clienti per cui non sono essenziali incontri di persona.

Si noti che il grado di condivisione richiesto rimarrebbe minimo e limitato al solo piano degli strumenti: funzionale al perseguimento degli obiettivi comuni degli avvocati partecipanti, nel rispetto dei limiti di carattere deontologico.

Conclusioni

Possiamo dunque concludere che un sapiente uso della tecnologia consentirebbe agli avvocati online, e dunque agli studi legali, di andare incontro ad una domanda di servizi legali ormai evoluta, sempre più incentrata sulla qualità e poco interessata ad inefficienze che inevitabilmente si riflettono sul costo del servizio.

All'avvocato si impone dunque un ripensamento generale della professione in chiave di efficienza ed innovazione: naturale guardare alla tecnologia in cerca di risposte e cambiamento.

Affinché una positiva evoluzione in tal senso si compia, è però necessaria la favorevole disposizione della classe forense e i suoi appartenenti verso la novità, la sperimentazione e la condivisione. Si intravedono già positivi segni in tal senso che lasciano ben sperare.


Vincenzo Lalli

Vincenzo Lalli

Di formazione legale, appassionato da sempre di tecnologia ed informatica; esperienza professionale acquisita a cavallo tra i due mondi, finora piuttosto lontani tra loro. Mi dedico ad esplorare le crescenti interazioni tra il Diritto e la tecnologia, e a dare il mio contributo alla causa dell'innovazione nel settore legale; a tal fine, ho dato vita ad Avvocloud.net.

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