L'impugnazione del testamento

Il testamento è la scrittura strettamente personale con il quale una persona, nel pieno delle proprie capacità fisiche e mentali, indica come lasciare, quando smetterà di vivere, parte dei propri beni oppure anche la totalità dei propri beni agli eredi.

Il testamento può essere olografo, scritto di pugno dal testatore; in tal caso, è utile l'assistenza di un avvocato esperto in diritto successorio, ad esempio al fine di evitare che sorgano conflitti tra gli eredi. La caratteristica del testamento olografo è che il testatore può cambiarlo quando vuole, purché nel nuovo testamento che andrà a redigere sia scritto “revoco ogni mia precedente disposizione”.

Il testamento può essere anche pubblico, se redatto davanti ad un notaio e, infine, in rari casi il testamento può essere segreto o speciale. Per il testamento pubblico è necessario recarsi sempre da un notaio; è la soluzione di solito adottata da chi ha un patrimonio molto consistente e idee ben precise sulla ripartizione da effettuare tra gli eredi.

In questo articolo, vediamo quando è possibile impugnare il testamento e perché è necessario un avvocato per impugnare un testamento.

Quando è possibile impugnare il testamento?

Il testamento può essere impugnato nei seguenti casi:

  1. incapacità del testatore;
  2. lesione della legittima.

Impugnazione del testamento per incapacità del testatore

Il testamento può essere impugnato qualora si accerti che il testatore fosse incapace di intendere e volere al momento di redigere il testamento, oppure sia stato indotto in errore o abbia subìto violenza. In tali casi, il testamento può essere impugnato da chiunque vi abbia interesse entro 5 anni dalla data di esecuzione del testamento.

Ad esempio, il testatore ha lasciato tutti i suoi beni ad un soggetto che lo minacciava di morte; entro cinque anni dalla esecuzione del testamento, chiunque vi abbia interesse (ad esempio, l'amministratore di sostegno del testatore), può dimostrare la coercizione subita dal testatore ed impugnare il testamento. L'impugnazione comporta che, ove accolta, i beni verranno distribuiti tra gli eredi secondo la successione legittima.

Impugnazione del testamento per lesione della legittima

Il testamento può essere impugnato anche per lesione della legittima, dai soli legittimari, fino a dieci anni dalla morte del testatore. Si può impugnare il testamento per lesione di legittima solo dopo la morte del testatore; i legittimari lesi nella loro quota di riserva potranno impugnare il testamento ed agire in riduzione. Vediamo cosa vuol dire.

Chi sono i legittimari?

Abbiamo visto che solo gli eredi legittimari possono impugnare il testamento per lesione della legittima, ma chi sono i legittimari?

I legittimari si dividono in tre categorie: i figli e i discendenti, il coniuge, e gli ascendenti. L’impugnazione può essere fatta solo per le quote spettanti al legittimario, che variano a seconda del grado di parentela e dal numero di legittimari in vita alla morte del testatore. Vediamo caso per caso.

  • La quota di legittima dei figli, articolo 537 del Codice Civile.
    • Nel caso il defunto lasci un solo figlio, lo stesso avrà diritto ad almeno la metà del patrimonio ereditario;
    • Nel caso il defunto lasci invece più figli, gli stessi dovranno congiuntamente avere non meno di due terzi del patrimonio ereditario.
  • La quota di legittima del coniuge
    • il de cuius era coniugato, senza figli, al coniuge spetterà la metà del patrimonio ereditario. Al coniuge spettano anche i diritti di abitazione sulla residenza familiare e di uso sui mobili che la corredano (articolo 540 c.c). A tal proposito la Cassazione si è pronunciata stabilendo che l’abitazione in questione deve essere casa familiare e di sola comproprietà dei coniugi
    • il de cuius era coniugato e aveva un solo figlio: sia il coniuge che il figlio avranno diritto alla quota di un terzo ciascuno.
    • il de cuius era coniugato e aveva due o più figli: questi ultimi avranno diritto congiuntamente alla metà del patrimonio, mentre al coniuge spetta un quarto (articolo 542 c.c.).
  • la quota di legittima degli ascendenti: i genitori del de cuius. Nel caso vi siano solo ascendenti, a questi spetterà una legittima di un terzo del patrimonio ereditario. Nel caso il defunto lasci gli ascendenti e il coniuge, agli stessi spetterà un quarto.

Come impugnare il testamento?

Per impugnare un testamento è necessario rivolgersi ad un avvocato esperto in diritto successorio perché, per prima cosa, va accertato in ogni singola situazione ereditaria quali sono gli eredi che possono impugnare il testamento e quale è la quota di legittima da impugnare, sia come frazione di eredità che come valore.

L'avvocato, per impugnare il testamento, dovrà in via preliminare presentare la domanda di mediazione. Infatti, il Decreto Legislativo 28/2010 ha introdotto l'obbligo di esperire il procedimento di mediazione prima di procedere con l'impugnazione del testamento presso il Tribunale.

L’eventuale mancanza di un preventivo procedimento di mediazione determina l’improcedibilità della impugnazione del testamento: il Giudice, in sede di prima udienza rinvia le parti in mediazione: essendo obbligatoria, non è possibile procedere. Oppure nel caso sia meno tollerante, può anche emettere una sentenza con cui dà atto della mancanza della condizione di procedibilità (la mediazione) ed il processo si conclude negativamente per chi ha impugnato il testamento con conseguente condanna alla spese legali.

Con la mediazione viene cercato un accordo tra gli eredi cosidetti pretermessi, cioè non considerati dal testatore, e coloro che hanno ricevuto dei beni per testamento. Qualora tale accordo non sia raggiungibile, si andrà in giudizio con l’azione di riduzione attraverso la quale verranno ricalcolate le quote spettanti agli eredi nel rispetto della legittima.

L'azione di riduzione

Le disposizioni del testamento lesive quindi si ridurranno proporzionalmente per rispettare le quote di legittima. Qualora la riduzione delle sole disposizioni testamentarie sia insufficiente per integrare i diritti spettanti ai legittimari, l’azione di riduzione includerà le donazioni effettuate in vita dal testatore: attraverso l’istituto della collazione verrà ricostruito l’intero patrimonio del testatore quando era in vita, per poi procedere con l'azione di riduzione nel rispetto della legittima.


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Federica Rosa

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Avvocato civilista a Modena, fornisco assistenza sulla contrattualistica a imprese di piccola e media dimensione per gestione ordinaria degli affari. Mi occupo principalmente di Diritto Civile, Diritto Successorio e Diritto Immobiliare.

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