Pensione di reversibilità non elargita

Gentili Avvocati,

ho un quesito da proporvi che interessa l'ambito della pensione di reversibilità.

Ho perso la madre nel 2011, quando avevo 17 anni.

Dopo il diploma, mi iscrissi all'università, facoltà di Ingegneria. Il secondo anno scelsi di cambiare facoltà, pur rimanendo nella stessa Università. Il cambio fu senza interruzione degli studi.

Fin dalla morte di mia madre avevo ricevuto la pensione di reversibilità, salvo vederla non più presente dopo il cambio di facoltà. In teoria, se non sbaglio, dovevo riceverla fino all'ultimo anno di studio, ovvero fino al quinto anno di università. Invece mi è stata tolta al secondo anno di studio, pari ai miei 20 anni biologici ( si tratta del 2014).

Purtroppo mi sono accorto di questa situazione soltanto due anni fa (2018 circa). Mi sono rivolto ad un patronato e mi hanno riferito che l'INPS dovrebbe, secondo la loro interpretazione, pagare tutto l'ammanco della pensione di reversibilità.

Al contrario, l'INPS, con i suoi tempi biblici, ha rigettato per ben due volte la richiesta, dando come motivazione la "caduta dei termini".

Dei dubbi permangono sulla decisione perché la prima volta capirono "a loro modo" la richiesta: in parole povere pensavano che io volessi l'attivazione della pensione di reversibilità, quando io ormai avevo superato i 5 anni canonici del corso di studi, e di conseguenza rigettarono la richiesta.

Il timore è che abbiano compreso nuovamente male.

Perciò, sapreste dirmi se mi spetta realmente la parte mancante di pensione reversibilità o meno?

Grazie.

Categoria: Diritto del Lavoro

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