Crisi di impresa: obbligo di segnalazione da parte dei creditori pubblici qualificati

A partire da luglio 2022, l’art. 30-sexies del D. L. 152/2021 convertito in legge nr. 233/2021 prevede l’obbligo di segnalazione da parte dei creditori pubblici qualificati (INPS, Agenzia delle Entrate e Riscossione) all’imprenditore-contribuente del superamento di determinate soglie di debito, con l'invito ad aderire alla procedura di composizione negoziata per la soluzione della crisi d'impresa, ove ne ricorrano le condizioni.

Chi sono i creditori pubblici qualificati?

I creditori pubblici qualificati sono INPS, Agenzia delle Entrate, Agenzia delle Entrata - Riscossione; al superamento di alcune soglie di debito questi sono tenuti ad inviare una segnalazione all'imprenditore e, ove esistente, all'organo di controllo, nella persona del presidente del collegio sindacale in caso di organo collegiale, tramite posta elettronica certificata o, in mancanza, mediante raccomandata con avviso di ricevimento inviata all'indirizzo risultante dall'anagrafe tributaria.

L’oggetto della segnalazione

L'INPS segnala il ritardo di oltre novanta giorni nel versamento di contributi previdenziali di ammontare superiore:

  • per le imprese con lavoratori subordinati e parasubordinati, al 30 per cento di quelli dovuti nell'anno precedente e all'importo di euro 15.000;
  • per le imprese senza lavoratori subordinati e parasubordinati, all'importo di euro 5.000;

L'Agenzia delle Entrate segnala l'esistenza di un debito IVA scaduto e non versato superiore all'importo di euro 5.000;

L'Agenzia delle Entrate - Riscossione segnala l'esistenza di crediti affidati per la riscossione, autodichiarati o definitivamente accertati e scaduti da oltre novanta giorni, superiori,

  • per le imprese individuali all'importo di euro 100.000;
  • per le società di persone, all'importo di euro 200.000 ;
  • per le altre società all'importo di euro 500.000.

La finalità della segnalazione

La predetta segnalazione contiene l'invito rivolto all’imprenditore a richiedere la composizione negoziata della crisi di impresa di cui all'articolo 2 del Decreto Legge 24 agosto 2021, n. 118, convertito, con modificazioni, dalla Legge 21 ottobre 2021, n. 147, se ne ricorrono i presupposti.

A seguito della segnalazione da parte dei creditori pubblici qualificati, il contribuente è reso consapevole di una situazione di criticità aziendale e deve dunque valutare se esiste un eventuale squilibrio economico/finanziario che potrebbe determinare una situazione di crisi d’impresa. In particolare, deve valutare se ricorrono i presupposti per chiedere l’attivazione della procedura di composizione negoziata della crisi d'impresa e delle misure protettive del patrimonio aziendale da questa previste.

Ricordiamo che la segnalazione è anche diretta agli organi di controllo della società (i sindaci e/o i revisori laddove previsti) affinché effettuino un monitoraggio della situazione economico finanziaria dell’impresa. La mancata richiesta agli amministratori della società di attivare la procedura negoziata per la crisi d’impresa mette in gioco la responsabilità professionale dei sindaci e revisori nell’esercizio delle loro funzioni (art. 15 Decreto Legge n° 118/2021).

Appare dunque opportuno che del compimento di tali valutazioni sia fornita prova anche tramite verbali societari.

Conclusioni

L'obbligo di segnalazione da parte dei creditori pubblici qualificati e l’introduzione della nuova procedura di composizione negoziata non hanno una finalità “punitiva”. Semmai, hanno l’obiettivo di facilitare all’impresa l’emersione dello stato iniziale di crisi e/o l’aggravarsi del medesimo, al fine di correre per tempo ai ripari.

Fino ad oggi, le imprese ignoravano i segnali di squilibrio economico-finanziario, nella speranza di poterlo risolvere con gli strumenti ordinari. Tale inerzia imprenditoriale aggravava e comprometteva sempre di più lo stato di crisi dell'impresa e, nei casi più gravi, portava l’azienda al fallimento.

Ad onor del vero, gli imprenditori già in difficoltà, avevano delle opzioni limitate: erano comunque chiamati a scegliere se liquidare l’azienda o, in casi estremi, dichiarare il fallimento. Una minoranza di imprese poteva ricorrere al concordato, sempre tuttavia, rivolgendosi al tribunale fallimentare.

Le recenti riforme legislative sulla crisi d’impresa sono finalizzate ad un cambio di cultura imprenditoriale e ad un ampliamento delle possibilità per le imprese in difficoltà.

Il cambio di cultura imprenditoriale sta nella necessità di un maggior controllo preventivo di gestione da parte dell’impresa e nella necessità, ormai stabilita per legge, di percepire per tempo i segnali di crisi prima che sia troppo tardi per salvare l’azienda.

Con una diagnosi preventiva, infatti, l’imprenditore può non solo attivare autonomamente i correttivi necessari ma anche ricorrere alla nuova procedura negoziata per la crisi d’impresa, mirando così al risanamento della sua azienda.


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Mariangela Balestra

Consulenza legale alle aziende

Avvocato a Bologna, mi occupo di Diritto Commerciale Internazionale e Diritto di Impresa; docente in corsi dedicati alle imprese, lavoro correntemente anche in lingua inglese e francese e partecipo a progetti internazionali in materia di legislazione su nuove tecnologie e intelligenza artificiale.

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