Separazione coppia convivente con figli: casa di proprietà del papà

Buongiorno,
siamo una coppia convivente, non sposata e con una figlia di due anni, abbiamo vissuto in affitto fino a febbraio 2020, da quella data siamo andati a vivere a casa di mia madre in attesa del rogito per un appartamento acquistato, che avverrá a luglio 2020. L´appartamento acquistato sará esclusivamente a nome mio e a mio carico l´intera rata del mutuo. La compagna é attualmente disoccupata mentre io percepisco uno stipendio di circa 1850 euro.

In caso di separazione successiva all'acquisto della casa, c'è il rischio che la casa venga assegnata alla mia compagna?

Inoltre, in caso di separazione:

  • a quanto potrebbero ammontare gli alimenti?
  • l´attuale compagna é cittadina di altro paese UE: vi é il rischio che la compagna abbia facoltá di trasferirsi con la bambina nel paese natio contro la volontá del padre?

Sarebbe concepibile un un contratto di convivenza, firmato da entrambi i conviventi, in cui viene stabilito che in caso di separazione:

  1. la casa rimarrebbe a me con facoltá per la controparte di abitarci per un massimo di due anni dall´eventuale separazione;
  2. venga corrisposto un importo prestabilito;
  3. la mamma non potrebbe trasferirsi stabilmente con la figlia nel paese natale.

Un tale "contratto" avrebbe valenza in caso di separazione?

Categoria: Diritto di famiglia

Risposte (2)

Gentile utente,
in caso di rottura della convivenza è possibile che la casa venga assegnata alla Sua compagna, che ci abiterà con la figlia minore. Per evitare questo potrebbe dare un contributo per l'affitto di un immobile nel quale la Sua compagna e sua figlia potranno andare ad abitare.

Per la quantificazione degli alimenti bisogna considerare varie situazioni, pertanto non è possibile darle una risposta; può essere influente anche il luogo nel quale vivete; così come l'età della Sua compagna e i suoi titoli di studio, o le sue precedenti esperienze lavorative. 

Per il trasferimento all'estero, la madre potrebbe chiederlo, ma sarà poi il Tribunale a decidere. Anche in questo caso vanno considerate tante questioni, pertanto non è possibile darLe una risposta definitiva.

Eventuali accordi precedenti alla rottura, anche se accettati, ritengo che non possano garantirLe quello che Lei chiede. 

Cordiali saluti 

Risposta

avvocato Matteo Politi

Matteo Politi

Avvocato Civilista a Lucca
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Gent.mo Marco,
i suoi quesiti sono umanamente comprensibili, soprattutto alla luce del fatto che ci sono molte coppie in cui il coniuge e/o convivente è di nazionalità estera e portano i minori nel paese d'origine e, in tal caso, bisogna attivare una procedura internazionale per rivedere il minore, qualora non ci sia la "buona volontà" della figura genitoriale non italiana.

Mi permetto di dirLe che non cambia il fatto che la coppia sia o non sia sposata, rispetto ai quesiti esposti, in quanto:

  • in generale nei Tribunali italiani la casa viene assegnata al genitore che ha la collocazione prevalente del minore, di solito la madre;
  • gli alimenti vengono sempre fissati a carico del genitore che non vive stabilmente col figlio. I Tribunali stabiliscono un minimo che non può essere diversamente contrattato dalle parti, mentre il massimo invece dipende dalle condizioni economiche dei genitori del minore.

Non sono invece per ora ritenuti validi i patti pre matrimoniali o qualsivoglia disposizione sui diritti delle persone.

Risposta

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avvocato Federica Rosa

Federica Rosa

Avvocato immobiliarista a Modena

Sono avvocato civilista a Modena; presto assistenza legale a privati ed imprese in materia di Diritto Immobiliare e Diritto Successorio.

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