Il Diritto di Recesso o di Ripensamento: Il Codice del Consumo [2023]

Il diritto di recesso o di ripensamento è il diritto del consumatore di cambiare idea circa un contratto, avente ad oggetto l'acquisto di un bene o la fornitura di un servizio, stipulato al di fuori dei locali commerciali.

Il consumatore si scioglie dal vincolo contrattuale senza dover fornire alcuna giustificazione, restituisce il bene, se del caso, e ottiene la restituzione del prezzo eventualmente pagato.

In questo articolo vediamo il diritto di recesso del consumatore come disciplinato dal Codice del Consumo aggiornato alle modifiche in vigore dal 2023, agli articoli dal 52 al 59.



Quando è possibile recedere dal contratto?

Il consumatore può recedere da un contratto concluso a distanza o negoziato fuori dai locali commerciali entro 14 o 30 giorni dalla conclusione del contratto o consegna del bene; esercita il diritto di ripensamento senza dover giustificarne le ragioni al venditore.

Quando non si applica il diritto di recesso?

Il diritto di recesso o ripensamento previsto dal Codice del Consumo non si applica:

  • agli acquisti in negozio;
  • agli acquisti effettuati per scopi professionali, ad esempio tramite partita iva.

Recesso o risoluzione?

Non bisogna confondere il diritto di recesso, che il consumatore esercita in maniera unilaterale come semplice ripensamento per gli acquisti effettuati al di fuori dei locali commerciali, dal rimedio della risoluzione del contratto previsto per i beni difettosi: questo è soggetto a condizioni del tutto diverse, opera anche per beni acquistati in negozio e a tal proposito rinviamo al nostro precedente articolo sulla garanzia legale per il consumatore.

Quanto tempo ha il consumatore per esercitare il diritto di recesso?

Regola generale il consumatore può recedere dal contratto entro 14 giorni, che ai sensi dell'articolo 52 del Codice del Consumo decorrono:

  • Per i contratti di servizi: dal giorno della conclusione del contratto.
  • Per i contratti di vendita: dal giorno in cui il consumatore riceve la merce; in tal caso bisogna però distinguere:
    • con un solo ordine si acquistano più beni che verranno consegnati in momenti diversi: il termine di 14 giorni decorre dalla consegna dell'ultimo bene;
    • contratto per la consegna periodica di beni: il termine decorre dalla consegna del primo bene;
    • "nel caso di contratti per la fornitura di acqua, gas o elettricità, quando non sono messi in vendita in un volume limitato o in quantita' determinata, di teleriscaldamento o di contenuto digitale non fornito su un supporto materiale, dal giorno della conclusione del contratto".

Durante il periodo entro cui il consumatore può esercitare il diritto di recesso le parti possono adempiere regolarmente agli obblighi contrattuali assunti con il contratto concluso al di fuori del locali commerciali; tuttavia

"il professionista non puo' accettare, a titolo di corrispettivo, effetti cambiari che abbiano una scadenza inferiore a quindici giorni" [trentuno nel caso di contratti stipulati in occasione di visite non richieste presso l'abitazione del consumatore] "dalla conclusione del contratto per i contratti di servizi o dall'acquisizione del possesso fisico dei beni per i contratti di vendita e non puo' presentarli allo sconto prima di tale termine."

Articolo 52 Codice del Consumo

Da Aprile 2023: il termine per esercitare il diritto di recesso viene esteso a 30 giorni per i contratti stipulati durante visite non richieste presso l'abitazione di un consumatore oppure di escursioni organizzate da un professionista con lo scopo o con l'effetto di promuovere o vendere prodotti ai consumatori.

L'estensione del termine a 30 giorni non opera se il consumatore ha richiesto la visita, a patto che non abbia coinvolto altri consumatori. Detto altrimenti: se un consumatore richiede la visita del venditore professionista ed invita altre persone a partecipare, il termine per il recesso resta di 30 giorni nonostante la visita sia stata richiesta.

Obblighi informativi e durata del diritto di recesso

Al momento di concludere il contratto il venditore deve informare il consumatore del suo diritto di recedere dal contratto e dei termini e modalità per esercitare tale diritto. In mancanza, se il venditore non provvede ad informare il consumatore, il diritto di recesso può essere esercitato fino ad un anno dopo la scadenza del termine.

Pertanto:

  • Se al momento di concludere il contratto il venditore non informa il consumatore del suo diritto di recesso e relative modalità, il termine per recedere dal contratto viene posticipato di un anno.
  • Se invece il venditore informa il consumatore in ritardo ma entro 12 mesi dal termine in cui sarebbe cominciato a decorrere il termine (dalla consegna del bene o dalla conclusione del contratto, come abbiamo visto), il periodo per recedere dal contratto termina quattordici (o trenta) giorni dopo il giorno in cui il consumatore riceve le informazioni circa i termini del suo diritto di recesso.

Come esercitare il diritto di recesso?

Non sono previste particolari formalità per recedere da un contratto stipulato fuori dai locali commerciali; è sufficiente una qualsiasi dichiarazione attraverso cui il consumatore informi il venditore della sua decisione di esercitare il diritto di ripensamento, purché la comunicazione venga inviata prima della scadenza del termine.
In alternativa, il consumatore può utilizzare il modello fornito dal Codice del Consumo che il venditore deve fargli avere in osservanza degli obblighi informativi a suo carico.

Il recesso può essere comunicato anche in via elettronica o attraverso il sito web del venditore, che dovrà comunicare l'avvenuta ricezione della comunicazione con cui il consumatore dichiara di recedere. Spetta al consumatore dimostrare di aver inviato la comunicazione entro il termine; è dunque buona norma comunicare la propria intenzione di recedere dal contratto con modalità che consentono di provare la data dell'invio.



Obblighi delle parti

Il venditore rimborsa il prezzo

Il venditore è tenuto al rimborso del prezzo entro 14 giorni dal recesso; accredita la somma attraverso lo stesso mezzo usato dal consumatore per il pagamento, a meno che non ci si accordi diversamente e a condizione che il consumatore "non debba sostenere alcun costo quale conseguenza del rimborso". Il venditore può sospendere il rimborso fino a quando non abbia ricevuto la merce o il consumatore non abbia dimostrato di averla spedita.

Inoltre:

"E' nulla qualsiasi clausola che preveda limitazioni al rimborso nei confronti del consumatore delle somme versate in conseguenza dell'esercizio del diritto di recesso".

articolo 56 Codice del Consumo

Il consumatore rispedisce la merce a sue spese

Il consumatore deve rispedire il bene entro quattordici giorni dalla data in cui ha comunicato al professionista la sua decisione di recedere dal contratto.

Le spese di spedizione sono a carico del consumatore a meno che:

  • il venditore non abbia offerto la riconsegna gratuita al consumatore;
  • il venditore abbia omesso di informare che in caso di recesso la riconsegna è a carico del consumatore; in tal caso, le spese di spedizione saranno sostenute dal venditore.

Il consumatore esercita gratuitamente il diritto di recesso ma deve sostenere le spese di spedizione.

È possibile aprire il pacco?

Al consumatore è consentito maneggiare il prodotto acquistato nella misura necessaria a "stabilire la natura, le caratteristiche e il funzionamento dei beni". Questo vuol dire che gli è consentito aprire il pacco, esaminare il bene acquistato e anche controllarne il funzionamento. A seguito di queste attività è comunque consentito esercitare il diritto di ripensamento e rispedirlo. Se invece l'uso che fa' del prodotto va oltre, potrebbe essere ritenuto "responsabile della diminuzione del valore dei beni".

Tuttavia, ove il venditore non abbia informato il consumatore della possibilità di esercitare il diritto di recesso e relative modalità, come abbiamo detto in precedenza, il consumatore non sarà in nessun caso responsabile della diminuzione del valore del bene, anche ove non si sia limitato solo ad aprire il pacco ed esaminare il prodotto nel senso appena detto.

Le modifiche per il 2023: contenuti o servizi digitali

Le modifiche apportate al Codice del Consumo per il 2023 hanno precisato gli obblighi delle parti nel caso in cui il recesso riguardi contratti aventi ad oggetto contenuti o servizi digitali.

Obblighi del professionista: articolo 56

  • rispetto del GDPR per quanto riguarda i dati personali del consumatore;
  • il professionista non può utilizzare i contenuti creati dal consumatore prima di recedere dal contratto. Questo, a meno che il contenuto in questione:
    1. è privo di utilità al di fuori dal contesto del contenuto digitale o del servizio digitale fornito dal professionista;
    2. riguarda unicamente l'attivita' del consumatore durante l'utilizzo del contenuto digitale o del servizio digitale fornito dal professionista;
    3. e' stato aggregato dal professionista ad altri dati e non puo' essere disaggregato o puo' esserlo soltanto con sforzi sproporzionati;
    4. e' stato generato congiuntamente dal consumatore e da altre persone, e se altri consumatori possono continuare a farne uso.
  • Il professionista mette a disposizione, gratuitamente ed entro un tempo ragionevole, i contenuti creati dal consumatore durante l'utilizzo del contenuto digitale o del servizio digitale;

Obblighi del consumatore: articolo 57

Il comma 2-bis ora dispone: In caso di recesso dal contratto, il consumatore si astiene dall'utilizzare il contenuto digitale o il servizio digitale e dal metterlo a disposizione di terzi.

Eccezioni: quando non possibile esercitare il diritto di recesso

L'articolo 59 del Codice del Consumo disciplina i casi in cui il diritto di recesso o ripensamento non trova applicazione; li elenchiamo alla lettera qui di seguito; sono evidenziate in grassetto le modifiche in vigore da Aprile 2023.

  1. i contratti di servizi dopo la completa prestazione del servizio ma, se il contratto impone al consumatore l'obbligo di pagare, solo se l'esecuzione è iniziata con il previo consenso espresso del consumatore e l'accettazione del fatto che perderà il proprio diritto di recesso a seguito della completa esecuzione del contratto da parte del professionista;
  2. la fornitura di beni o servizi il cui prezzo e' legato a fluttuazioni nel mercato finanziario che il professionista non e' in grado di controllare e che possono verificarsi durante il periodo di recesso;
  3. la fornitura di beni confezionati su misura o chiaramente personalizzati;
  4. la fornitura di beni che rischiano di deteriorarsi o scadere rapidamente;
  5. la fornitura di beni sigillati che non si prestano ad essere restituiti per motivi igienici o connessi alla protezione della salute e sono stati aperti dopo la consegna;

Da Aprile 2023 viene aggiunto un nuovo comma 1-bis all'articolo 59: le eccezioni descritte alle lettere a) b) c) e) non si applicano ai contratti conclusi nel contesto di visite non richieste di un professionista presso l'abitazione di un consumatore oppure di escursioni organizzate da un professionista con lo scopo o con l'effetto di promuovere o vendere prodotti ai consumatori. Il consumatore che stipula un contratto a seguito di una visita non richiesta presso la propria abitazione conserva anche nei casi appena menzionati, tranne nel caso previsto dalla lettera d), il diritto di recesso da esercitare entro 30 giorni.

  1. la fornitura di beni che, dopo la consegna, risultano, per loro natura, inscindibilmente mescolati con altri beni;
  2. la fornitura di bevande alcoliche, il cui prezzo sia stato concordato al momento della conclusione del contratto di vendita, la cui consegna possa avvenire solo dopo trenta giorni e il cui valore effettivo dipenda da fluttuazioni sul mercato che non possono essere controllate dal professionista;
  3. i contratti in cui il consumatore ha specificamente richiesto una visita da parte del professionista ai fini dell'effettuazione di lavori urgenti di riparazione o manutenzione. Se, in occasione di tale visita, il professionista fornisce servizi oltre a quelli specificamente richiesti dal consumatore o beni diversi dai pezzi di ricambio necessari per effettuare la manutenzione o le riparazioni, il diritto di recesso si applica a tali servizi o beni supplementari;
  4. la fornitura di registrazioni audio o video sigillate o di software informatici sigillati che sono stati aperti dopo la consegna;
  5. la fornitura di giornali, periodici e riviste ad eccezione dei contratti di abbonamento per la fornitura di tali pubblicazioni;
  6. i contratti conclusi in occasione di un'asta pubblica;
  7. la fornitura di alloggi per fini non residenziali, il trasporto di beni, i servizi di noleggio di autovetture, i servizi di catering o i servizi riguardanti le attivita' del tempo libero qualora il contratto preveda una data o un periodo di esecuzione specifici;
  8. i contratti per la fornitura di contenuto digitale mediante un supporto non materiale se l'esecuzione e' iniziata e, se il contratto impone al consumatore l'obbligo di pagare, qualora:
    1. il consumatore abbia dato il suo previo consenso espresso a iniziare la prestazione durante il periodo di diritto di recesso;
    2. il consumatore abbia riconosciuto di perdere così il proprio diritto di recesso;
    3. il professionista abbia fornito la conferma conformemente all'articolo 50, comma 2, o all'articolo 51, comma 7;

Infine: secondo il nuovo comma 1-ter dell'articolo 59, nei contratti di servizio che prevedono il pagamento per una riparazione richiesta dal consumatore, questo perde il diritto di recesso una volta che la riparazione viene effettuata, purché abbia espressamente acconsentito all'esecuzione della riparazione.


Vincenzo Lalli

Vincenzo Lalli

Di formazione legale, appassionato da sempre di tecnologia ed informatica; esperienza professionale acquisita a cavallo tra i due mondi, finora piuttosto lontani tra loro. Mi dedico ad esplorare le crescenti interazioni tra il Diritto e la tecnologia, e a dare il mio contributo alla causa dell'innovazione nel settore legale; a tal fine, ho dato vita ad Avvocloud.net.

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