L’equity crowdfunding è una modalità di investimento che permette alla “folla” (crowd) di finanziare startup innovative, o piccole e medie imprese, ottenendo in cambio quote societarie. In precedenza l'equity crowdfunding era accessibile a pmi e startup innovative ma non alle srl; tale limite è stato di recente superato e il ricorso all'equity crowdfunding è ora possibile anche per le srl. Con questo articolo vediamo come funziona e quali vantaggi comporta per startup innovative, pmi ed investitori tale forma di investimento.
Indice
Cos’è l’Equity crowdfunding?
L’equity crowdfunding è uno schema di investimento attraverso cui chiunque, persona fisica o giuridica, può decidere di investire su imprese che ritiene possano avere del potenziale per crescere e avere successo sul mercato. In sintesi, l’investitore acquista una parte delle quote e diventa socio; se l’azienda o startup ha successo, le azioni aumentano di valore consentendo all'investitore di realizzare un profitto attraverso la loro vendita.
Le piattaforme di crowdfunding
Gli acquisti delle quote o strumenti finanziari emessi dalle startup avvengono online, attraverso portali dedicati al crowdfunding che operano sotto la vigilanza della Consob e consentono ad investitori ed aziende di entrare in contatto.
Le startup lanciano delle campagne di crowdfunding attraverso i portali, fornendo tutte le informazioni necessarie a valutare l'investimento che propongono, come la descrizione dell’attività, i traguardi raggiunti, i progetti per il breve e lungo termine e come intendono utilizzare il finanziamento.
I finanziatori possono visionare tutte le campagne e scegliere quella più promettente. Per partecipare è necessario iscriversi e compilare la documentazione richiesta. In seguito, verrà fatta una verifica per accertarsi che il soggetto abbia i requisiti necessari per investire, soprattutto considerate il fatto che c’è sempre il rischio di perdere totalmente le somme investite (ad esempio se la startup chiude o fallisce).
La normativa sull'equity crowdfunding
L’Italia è stato il primo Paese in Europa a introdurre una normativa specificamente destinata al solo equity crowdfunding. Tale forma di finanziamento inizialmente non ha riscosso molto successo in ragione delle molteplici limitazioni poste all'inizio; negli ultimi anni c'è però stata una evoluzione della normativa che ha determinato un notevole impulso agli investimenti attraverso l'equity crowdfunding.
Il decreto legge 179/2012, noto come Decreto Crescita bis, ha introdotto l'equity crowdfunding come strumento di finanziamento per le sole startup; successivamente il legislatore ha esteso tale strumento a tutte le piccole e medie imprese innovative, con l'obiettivo di facilitare l'accesso al credito ed introdurre uno strumento di finanziamento alternativo al credito bancario per le PMI.
Equity crowdfunding per le PMI
Con il Decreto Legge n° 3/2015, noto come Decreto Investment Impact, il ricorso all’equity crowdfunding è stato concesso anche alle PMI innovative.
Con la Legge di Bilancio 2017 tale opzione è stata concessa a tutte le PMI, ma non a quelle costituite in forma di s.r.l., in ragione del vincolo
posto dall'articolo 2468 del Codice Civile secondo cui Le partecipazioni dei soci non possono essere rappresentate da azioni ne' costituire oggetto di offerta al pubblico di prodotti finanziari.
Equity crowdfunding per le srl
Tale limite è caduto di recente ad opera del Decreto Legislativo n° 30 del 10 Marzo 2023 che, modificando l'articolo 100 ter del TUF, il testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria, rende possibile anche alle s.r.l. il ricorso al crowdfunding.
In deroga a quanto previsto dall'articolo 2468, primo comma, del codice civile, le quote di partecipazione in societa' a responsabilita' limitata possono costituire oggetto di offerta al pubblico di prodotti finanziari, anche attraverso le piattaforme di crowdfunding, nei limiti previsti dal regolamento (UE) 2020/1503.
Articolo 100-ter TUF
Il nuovo regolamento della Consob
La Consob ha recepito le modifiche apportate all'articolo 100 ter del TUF, confermando l'estensione alle srl del crowdfunding, attraverso la delibera 22720 del 1° Giugno 2023, che ha adottato un nuovo regolamento sul crowdfunding, abrogando il precedente regolamento sulla raccolta di capitali tramite portali on-line, adottato con la delibera n° 18592 del 26 Giugno 2013 e più volte modificato.
I vantaggi dell'equity crowdfunding
I vantaggi per le imprese e per gli investitori che ricorrono a questa forma di finanziamento sono molti. Vediamo quelli principali.
Vantaggi per le imprese
Raccolta di capitali
Le startup e piccole e medie imprese che ricorrono all'equity crowdfunding trovano una modalità più agevole per finanziarsi, alternativa tanto alla quotazione in borsa che al credito bancario.
Trattandosi di equity (e non di finanziamenti, e dunque debiti), le somme raccolte vengono versate alla società e non devono essere restituite: i finanziatori, avendo ricevuto quote della società, verranno infatti remunerati attraverso gli eventuali utili che la società produrrà in futuro.
Inoltre, dal momento che le campagne di equity crowdfunding vengono lanciate online, il bacino di potenziali investitori è potenzialmente illimitato e l'operazione può risolversi in pochi e semplici passaggi.
Rapporto debiti/patrimonio
Un altro dei vantaggi dell'equity crowdfunding per l'impresa sta nella sua capacità di migliorare il rapporto tra debiti e patrimonio, anche per aziende che occupano già una posizione consolidata sul mercato; questo faciliterà anche l'accesso al credito per l'impresa.
Validazione del progetto
Infine: attraverso la campagna di crowdfunding la startup può sperimentare un primo sondaggio di mercato, valutando se il prodotto o servizio che intende proporre trova l'interesse del pubblico.
Per raccogliere finanziamenti e affinchè la campagna abbia successo, infatti, le piattaforme (che guadagnano una commissione sul finanziamento raccolto) fanno molta pubblicità e cià si traduce in marketing gratuito per l’azienda.
La risposta degli investitori è anche una conferma della bontà del Progetto, che viene in questo modo “validato”: se la raccolta di capitali ha successo, l'azienda ne ricava un feedback positivo circa le future probabilità di riuscita.
Gli investitori, infatti, dimostrano concretamente di credere nel progetto ed essere disposti a rischiare, dal momento che il loro investimento sarà remunerato solo se e quando l'impresa avrà successo
Vantaggi per gli investitori
Diversificazione
Un primo vantaggio di carattere generale per l'investitore sta nel fatto che l’equity crowdfunding permette di diversificare il portafoglio di investimenti, puntando su società appartenenti a settori diversi.
Assenza di volatilità
Chi finanzia una società tramite equity ne diventa socio a tutti gli effetti e dimostra concretamente di credere nel progetto e dunque nelle possibilità di vedere remunerato il proprio investimento. In sostanza, il finanziamento è legato alla riuscita dell'impresa.
Il finanziamento tramite equity crowdfunding è diverso da un investimento classico, ad esempio titoli azionari: mentre questi sono infatti influenzati da vari fattori scollegati dallo stato di salute della società, l'attrattività dell'equity crowdfunding per l'investitore risiede proprio nell'assenza di volatilità, dal momento che il successo dell'investimento è legato quasi del tutto a fattori interni alla società.
Assenza di intermediari e minor costo dell'operazione
È possibile investire anche senza un intermediario, con un notevole risparmio sul costo (al netto del capitale investito) dell’operazione di finanziamento, se:
- Una cifra non superiore a 500 euro, per le persone fisiche;
- Una cifra non superiore a 5 mila euro per le aziende.
Detrazioni fiscali
La Legge di Bilancio 2017 ha introdotto delle detrazioni fiscali per chi investe in startup innovative, sia in modo tradizionale sia attraverso i portali di equity:
- Le persone fisiche hanno una detrazione IRPEF pari al 30% della somma investita, fino a un massimo di 1 milione di euro in un anno;
- Le persone giuridiche hanno una detrazione dall’imponibile IRES pari al 30% della somma investita, fino a un massimo di 1,8 milioni di euro in un anno.
Con l’entrata in vigore del Decreto rilancio, firmato il 19 maggio 2020, viene introdotta per le persone fisiche una ulteriore detrazione Irpef, alternativa rispetto quella del 30%, per il 50% della somma investita nella startup. Si tratta della detrazione irpef in regime "de minimis", introdotta dall'articolo 38 del citato decreto rilancio e disciplinata ora dall'articolo 29 bis del Decreto Legge 179 del 2012.
Gli incentivi fiscali sono aggiornati e modificati anno per anno e costituiscono un ulteriore vantaggio (più o meno grande) rispetto agli altri già citati.
Conclusioni
L’equity crowdfunding è uno strumento relativamente facile da utilizzare. Tuttavia la scelta circa l’accesso a questo strumento impone riflessioni abbastanza complesse: sia perchè l’utilizzo dello strumento ha un costo (non piccolo); sia e soprattutto perchè la riuscita o meno della raccolta (degli investimenti) ha anche un impatto sulla reputazione dell’impresa.
Inoltre per accedere a questo strumento è opportuno (o, in alcuni casi, necessario) modificare lo statuto per introdurre una diversa categoria di quote, senza diritto di voto, destinate ai piccoli investitori che sottoscriveranno la campagna (e diventeranno soci, seppure di minoranza).
Ai nuovi soci bisognerà rendere conto sugli sviluppi del progetto di impresa e ciò impone all’impresa di dialogare con loro (non diversamente da quanto fanno le società quotate con il mercato finanziario) per mantenere la propria credibilità.
Per tutte queste ragioni è opportuno fare una scelta ponderata e, se possibile, affidarsi a consulenti esperti di queste operazioni.
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Stefano Toro
Avvocato - Consulenza legale a startup e imprese
Avvocato consulente d'azienda a Roma, fornisco consulenza ed assistenza legale a startup innovative e piccole e medie imprese.