Il rogito è stato rinviato causa Covid ma il venditore non intende fissare una nuova data. Come posso tutelarmi?

Buongiorno,
il 15 gennaio 2020 abbiamo stipulato un preliminare con versamento di caparra; abbiamo inserito la clausola: "Le parti convengono che la stipula del contratto notarile definito dovrà avvenire entro e non oltre il 15 giugno 2020".

Si era concordato con le parti di stipulare il rogito in data 3 aprile ma con consegna delle chiavi il 15 giugno senza more; a causa del COVID-19 i venditori ci hanno chiesto se si poteva rinviare il rogito a dopo il lockdown; abbiamo acconsentito, e dopo questo non li abbiamo più sentiti.

Ieri gli abbiamo comunicato la nuova data per il rogito, ossia il 22 maggio.

A tale comunicazione ci è stato risposto dai venditori che a causa del COVID e quindi per uno stato di emergenza imprevedibile, gli è stato impossibile trovare una casa in locazione e provvedere quindi allo sgombero dell'immobile come previsto da contratto, e chiedono di posticipare (senza indicare date né niente) il tutto. Aggiungono che in caso non si trovasse un accordo, procederanno per vie legali.

Cosa possiamo fare? Possono davvero procedere per via legali e fare un qualcosa per bloccare o posticipare l'effettiva vendita? Come potremo rispondere noi? Che accordo possiamo trovare? E se non lo troviamo, cosa possono fare loro e cosa possiamo fare noi compratori?

I venditori affermano che questa situazione nuoce solo a loro, ma case in affitto ce ne sono, molte agenzie procedevano anche con i tour virtuali delle case.

Davvero è possibile usare la pandemia come pretesto?

Siamo davvero spiazzati e non sappiamo cosa fare.

Grazie.

Risposte (1)

Gent.ma sig.ra Elena, 
al fine di darle una risposta precisa sarebbe necessario leggere i contratti che ha sottoscritto. 

In linea generale le dico che lei potrebbe pretendere che i suo promittenti venditori si presentino dinanzi al Notaio per la stipula dell'atto, prevista al più tardi per il prossimo 15 giugno. Ritengo, personalmente, che dal 17 dicembre al 15 giugno i promittenti venditori abbiamo avuto modo di trovare altro alloggio, nonostante il problema epidemiologico. 

Dall'altro lato, i promittenti venditori potrebbero chiedere una posticipazione dell'atto qualora dimostrassero che la pandemia gli ha impedito di reperire altra abitazione. Questo ritardo, se da voi non accettato, potrebbe legittimare una risoluzione del contratto con restituzione della caparra. Se tale differimento non fosse legittimato dalla pandemia, o da altre situazione sopravvenute, avreste diritto alla restituzione del doppio della caparra. Difficilmente potreste ottenere il riconoscimento di una penale, esclusa in queste ipotesi dalla normativa sul Covid.

Come vedete le eventualità possono essere diverse a secondo della statuizioni contrattuali e delle situazione di fatto.

Sarebbe auspicabile giungere ad un accordo, magari posticipando di poco l'atto, al fine di avere una data certa entro la quale sottoscrivere il contratto, ed escludere così successivi rinvii, che a quel punto sarebbero ingiustificati.

Data la situazione, e la condotta dei promittenti venditori, vi consiglio di rivolgervi ad un Avvocato.

Cordiali saluti 

Risposta

avvocato Matteo Politi

Matteo Politi

Avvocato Civilista a Lucca
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