Recesso da contratto preliminare di acquisto

Buongiorno,
nel novembre 2019 abbiamo sottoscritto un contratto preliminare per l'acquisto di un immobile, versando una consistente caparra. Il rogito era previsto per il 15 marzo 2020. In prossimità di quella data è sopraggiunta una difficoltà nel reperimento della documentazione urbanistica/catastale necessaria per la relazione tecnica, e quindi non abbiamo proceduto al rogito. Come è noto, nel frattempo, è sopraggiunta l'emergenza determinata dal coronavirus.

Il progetto di acquisto era supportato dalla concomitanza della vendita di un nostro immobile nell'arco di un anno dal rogito, in modo da usufruire delle agevolazioni 'prima casa' e richiedeva, comunque, l'accensione di un piccolo mutuo per integrare il capitale per l'acquisto e le necessarie opere di ristrutturazione.

La prospettiva economica che l'emergenza sanitaria sta determinando è tale per cui stiamo seriamente considerando di rinunciare all'acquisto.

Che possibilità avremmo di recedere dalla nostra proposta di acquisto immobiliare?

Risposte (2)

Gentie Sig. Nicola,
dal Vostro testo interpreto che per l'acquisto della nuova casa le risorse economiche era quasi interamente a Vostra disposizione (ndr piccolo mutuo) e che i ripensamenti sono dovuti alle possibili problematiche economiche determinate dall'emergenza sanitaria che, però, possono dare luogo, se unica circostanza, solo ad un rinvio della stipula e non ad una risoluzione.

Per dare una risposta più precisa in termini di possibilità è necessario esaminare tutti i documenti, in particolare alla luce del fatto che dite di avere versato una caparra molto alta, cosa da mettere in relazione con le Vostre capacità economiche prima e dopo l'insorgere dell'emergenza sanitaria. A tal proposito, potrebbe configurarsi l'eccessiva onerosità sopravvenuta e la risoluzione del contratto.

Risposta

Contatta l'avvocato per una consulenza

avvocato Federica Rosa

Federica Rosa

Avvocato immobiliarista a Modena

Sono avvocato civilista a Modena; presto assistenza legale a privati ed imprese in materia di Diritto Immobiliare e Diritto Successorio.

federicarosa.it


Gentile utente,
come prima cosa il mio consiglio è quello di notiziare la controparte in modo da addivenire ad una soluzione bonaria.

Infatti, l'emergenza sanitaria in atto crea un'impossibilità solo temporanea di adempiere alle obbligazioni che dovete adempiere in forza del contratto preliminare, considerando che ancora mi sembra di aver capito non avete messo in vendita la Vostra attuale abitazione e conseguentemente l'acquisto di quella nuova non dovrebbe essere collegato alla suddetta dismissione. Di conseguenza, il venditore avrebbe diritto a ritenere la caparra da Voi già versata.

Tuttavia, anche in questo caso, si renderebbe necessario sapere come è stato costruito il preliminare.

Altra via potrebbe essere quella della risoluzione per impossibilità sopravvenuta della prestazione, se riusciste a dimostrare che l'emergenza sanitaria - invervenuta successivamente alla sottoscrizione del preliminare - ha variato sensibilmente la Vostra situazione economico-finanziaria in modo da non consentirVi di adempiere. In questo caso il venditore sarebbe obbligato a restituire la caparra.

In conclusione, alla luce di quanto è stato da Voi indicato, non sembra possibile senza accordo del venditore rinunciare all'acquisto bensì solo ed esclusivamente posticiparlo, stanti le limitazioni agli spostamenti vigenti anche all'interno del Comune di residenza.

Risposta

avvocato Caterina Martino

Caterina Martino

Avvocato Civilista a Firenze
Linkedin


Chiedi ad un Avvocato

COME PUBBLICARE UNA DOMANDA?

Registrati o effettua il login per rispondere a questa domanda.  Clicca qui per entrare